I dialoghi n. 2/2023 Dialoghi politicamente scorretti con l’On. Gianfranco Blasi. Di Leonardo Pisani

 

I dialoghi

n. 2/2023

 

Conte e Speranza, indagati a Bergamo

Dialoghi politicamente scorretti con l’On. Gianfranco Blasi

 

di Leonardo Pisani

 

Dall’inchiesta di Bergamo alla tragedia di Crotone, per arrivare alle questioni regionali, soprattutto alle impressioni lasciate dall’imponente convegno di Confindustria a Matera

 

Onorevole, ho letto sui suoi social (Fb e Tw), nella rubrica “Le Pillole”,  una posizione molto netta sull’indagine di Bergamo in merito all’emergenza Covid; come dire, Lei entra a gamba tesa e parla esplicitamente di uso politico della giustizia … Esprime un giudizio che è una specie di bomba ad orologeria su Conte e il destino futuro dei Cinque Stelle.

Come Lei sa io sono un liberale convinto, soprattutto detesto il giustizialismo. Ma non perché sia garantista. Garantista è la nostra Costituzione ed è il nostro sistema giudiziario. Tutto, tutto parte dalla presunta innocenza dell’indagato e dalle sue garanzie. Poi è arrivata una magistratura deviata, carica di profilo politico. Un arbitro (non tutti per carità) talmente schierato da cambiare il risultato sportivo. Il Csm è diventato un’arena di gladiatori, saturo dell’odore di sangue innocente. Per dieci anni questa componente della magistratura, con la complicità di una parte dei media (L’Espresso, Repubblica, Il Fatto su tutti) con un oracolo ispirato e ben informato (Travaglio) ha sponsorizzato l’ascesa al potere del Movimento Cinque Stelle. Un partito ipergiustizialista, schieratissimo a favore delle ghigliottine e delle procure d’assalto.

Aspetti, aspetti, Onorevole. C’è da salvare la buona fede dei militanti del Movimento. Il desiderio di cambiare dal basso le regole della politica. E c’è da dire che la vecchia politica si è anche un po’ suicidata da sola con comportamenti sbagliati e un eccesso di attaccamento al potere. Poi, d’accordo, Lei dice anche alcune verità. Basta leggere i due libri di Sallusti e Palamara.

Esatto, li consiglio a quanti la pensano diversamente da me sulla giustizia.

Torniamo all’indagine di Bergamo.

Provo a sintetizzare in due punti il mio pensiero:

1.     L'attacco della magistratura a Conte, attraverso la Procura di Bergamo, è un segnale preciso di regolamento di conti a sinistra. Anche di un cambio di postura delle toghe più politicizzate. "Compagni si torna alla ditta, meglio Schlein dell'avvocato del popolo". Penso anche che con questa accusa di omicidio colposo per il leader dei Cinque Stelle si chiuda una fase politica e storica e se ne apra un’altra.

2.     L'ipocrisia di Crisanti mi sconvolge. È passato da consulente di Zaia a consulente della Procura di Bergamo, accaparrandosi un posto di parlamentare nel Pd. Dice pure di essere dispiaciuto per Speranza... A questo Crisanti è meglio non dare le spalle. Nove su dieci ti pugnala!

 

Dunque, On. Blasi, il teorema sulla via giudiziaria al potere di una certa parte politica sarebbe vero … Capisce che questa è un’accusa pesante.

 

Pesanti e insopportabili sono stati i processi ad Andreotti, a Craxi, a Berlusconi, alla famiglia di Renzi e al suo entourage. Sempre in una direzione e a favore di un’altra sponda politica, distante dai democristiani prima e poi dai moderati, dai liberali e dai riformisti. Vogliamo dire che Crisanti non può farsi eleggere dal Pd in parlamento e fare contemporaneamente il tecnico dell’accusa in una azione penale di una procura. Io lo trovo immorale!

 

Cambiamo argomento. Lei non le ha mandate a dire neppure a Piantedosi sulla vicenda dei naufraghi di Crotone.

 

Il ministro degli Interni non è un politico e si vede. Toppa davanti alle telecamere per eccesso di zelo. Dice che non bisogna partire con il mare in burrasca. Ma chi parte su quella rotta, prof Pisani, scappa sapendo di scappare. E lo fa facendo testa o croce. Muoio qui o rischio la traversata. Morale? La sensibilità istituzionale non si compra nella burocrazia dello stato. È un istinto che appartiene alla politica. Naturalmente, altra cosa sono le assurde accuse di omissione di soccorso. Quelle le trovo strumentali e violente. Le dichiarazioni della Meloni sono a questo proposito esemplari.


Quello che resta della barca di Crotone


E le marce antifasciste?Ora anche i manifesti di Meloni e Valditara a testa in giù … Per non parlare degli anarchici a Torino.

Siamo alle solite Calimero … Antifascismo e antimafia da corteo, giustizialismo e odio sociale, sono facce della stessa medaglia. Una volta veniva chiamata superiorità morale della sinistra e serviva a mettere in un cantuccio gli altri. Oggi, dopo le valige piene di soldi, frutto di palese corruzione, dei leader della sinistra europea e del sindacato mondiale possiamo chiamare queste cose con il loro nome. Opposizione ideologica e strumentale. Vecchi arnesi di vecchia politica militante. Sugli anarchici starei ancora più attento. Credo che necessitino di essere osservati, anzi, monitorati dalle autorità preposte all’ordine pubblico e all’eversione, oltre che al terrorismo interno.

 Parliamo un po’ di Basilicata, Lei ha partecipato agli stati generali di Confindustria lucana a Matera con una delegazione dell’associazione degli ex parlamentari e consiglieri regionali lucani. Un convegno imponente, alla presenza di componenti istituzionali e di governo di altissimo profilo. Naturalmente, c’era anche il governatore Bardi. I commenti sono stati tutti molto positivi per la qualità e la densità del dibattito. Anche per la relazione, particolarmente critica, del Presidente regionale degli industriali, Francesco Somma.

Non si dispiaccia prof, più che critica la relazione di Somma la definirei strutturata, efficace, puntuale sui temi. Una vera e propria “agenda” fatta da un monitoraggio delle criticità ma anche da proposte percorribili, direi, realistiche. Somma ha detto molte verità in un contesto di realismo sociale, economico e politico di particolare pregevolezza d’analisi.

Francesco Somma, padrone di casa, con Bonomi, Bardi e Fitto


Non ci giriamo intorno, sono partite subito vagonate di consenso e in molti hanno pensato ad una possibile (auspicabile?) candidatura di Somma a prossimo governatore della Basilicata.

E’ vero. Ho letto anche io. Le dico che però si tratta di deduzioni banali, che restano in superficie. Corrispondono, certo, ad un bisogno emotivo di leadership che non si intravvede altrove. Ma Francesco Somma fa semplicemente e molto bene il suo mestiere di presidente di Confindustria. Resterei ai fatti, ai documenti e alle cose dette a Matera da ciascun attore, cose che sono molto importanti. Poi per risponderle ed anche per definire i campi di gioco, non mi pare che la Cgil e la Uil si siano mostrate entusiaste dell’intervento di Somma. Chi dovrebbe candidare il presidente di Confindustria? La sinistra di Schlein, Conte e Landini? Oppure la destra, che in questo momento si sente autosufficiente? Il terzo polo, che è un luogo attraversato da buone idee e pochi voti? Somma fa benissimo il suo lavoro di leader degli imprenditori e di manager e Ceo delle sue aziende di famiglia.

Onorevole, veniamo ai temi. Il nodo energie fossili, la Stellantis a Melfi, le infrastrutture, il profilo da dare ad un percorso virtuoso di sviluppo, le aree interne e lo spopolamento, la risorsa idrica, la relazione fra imprese e politica regionale, la messa a terra del Pnrr regionale. E’ questa quella che Lei ha chiamato “agenda Somma”?

Si, Somma ha parlato di questo. Chiamiamoli nodi critici. Lo ha fatto con nettezza e struttura come le dicevo. Eviterei di entrare singolarmente nel merito. Lo faremo argomento per argomento nei dialoghi a venire. D’accordo?

Sarebbe giornalisticamente folle concentrare i problemi di decenni e decenni in poche battute.

Piuttosto mi ha sorpreso la replica di Bardi. Un compitino … un po’ di autoreferenzialità sul provvedimento gas per le famiglie. Qualche battuta sull’idrogeno e sul Pnrr. Niente sui ritardi nell’uso dei fondi di coesione. Non una parola su sanità e agricoltura. Troppa enfasi, poca ciccia e nessuna visione sistemica. Somma ha aperto ad un mondo di criticità e opportunità. Bardi si è chiuso, quasi simbolicamente, nel suo ufficio di via Anzio. Un luogo ameno. Se fossi in lui ci starei meno possibile in ufficio e proverei a indagare il territorio e la comunità regionale.

Ma secondo Lei Bardi sarà il candidato del centro destra al prossimo giro di boa elettorale?

Prof, ricorda la storia dell’ing. De Luca al Comune di Potenza … Un galantuomo, un signore, stimato da tutti. Ma poca sintesi politica. Alla fine della consiliatura restò solo! Le ribalto la domanda. Secondo Lei, Forza Italia, la Forza Italia di Cupparo, Piro, Moles, Acito, Casino ricandiderà Bardi?

Vediamo se le piace il Pisani analista politico. O Bardi riesce a far calare da Roma la sua candidatura o non avrà spazio. Anzi il centro sinistra può scommettere solo su una diaspora della coalizione che sostiene Meloni a Roma. La Lega chiederà la candidatura, con ancora più forza lo farà Fratelli d’Italia. Penso che il nome sarà calato dall’alto, ma potrebbe non essere Bardi.

Mi soddisfa dialogare con lei e non rispondere semplicemente alle domande. In queste sue considerazioni c’è il lavoro del giornalista che fa decine di telefonate al giorno. Mi dica se non è vero.

E’ verissimo, senza informazioni e chiacchierate più o meno lunghe con i diversi attori sarebbe impossibile stare sul pezzo.

La inviterò nei Master dove insegno con una lezione sul vecchio giornalismo. Sul come si esercita il lavoro di cronista politico.

Chiudiamo sull’Autonomia differenziata. Sulle posizioni di Bonomi e Fitto, così come le hanno esposte a Matera.

Mi lascia dire una cosa su Giovanni Malagò?

Certo che si, il nostro patto sui dialoghi e di andare dove vogliamo, dove ci porta il vento.

Il presidente del Coni era in grande forma a Matera. Ha spiegato come lo sport, i grandi eventi possano essere volano anche di prodotto interno lordo. Ha ricordato ai Cinque Stelle, bacchettando simbolicamente il sindaco di Matera, che, diciamocelo, nulla c’entra con la decisione della Raggi di aver declinato l’invito di proporre Roma come città olimpica. Ha ricordato come nel ’60, le Olimpiadi di Roma, furono volano persino per la costruzione del Palazzetto dello  Sport di Parco Montereale a Potenza. Quanti giovani potentini sono cresciuti dentro il Coni? Quanta storia di sport, donne e uomini si è formata in quel Palazzetto. Certo che lo Sport è volano di prevenzione sociale, di educazione sentimentale e di corretto sviluppo psico - fisico.  Bravo Malagò!


Giovanni Malagò


L’Autonomia differenziata …

Fitto ci crede e l’ha spiegato bene. Piuttosto che il vecchio sistema assistenziale e in risposta alla crisi di quel modello, che ha prodotto sottosviluppo e spopolamento, meglio provare la via della autodeterminazione, di una gestione dei servizi più maura. Ma, sempre, ha sottolineato, con le clausole di garanzia dell’art. 119 della Costituzione.

Bonomi  ha parlato di una norma costituzionale che non può essere disattesa. Ha chiesto solo che materie come il commercio estero, la rete dei trasporti, le grandi infrastrutture siano lasciate al decisore nazionale per evitare di disperdere un patrimonio di coesione, competenze ed energie critiche che solo lo stato centrale può garantire. Direi che sono d’accordo, molto d’accordo con entrambi.

 

Alla prossima, Onorevole.

 

Mi raccomando, prof Pisani, si riguardi. La vogliamo in piena forma.

 

Glielo prometto e … grazie.

 

 

 

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