Un senso arriverà … la mia cartolina a New Generation di Gianfranco Blasi

 

Sai che cosa penso
che se non ha un senso
domani arriverà
domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
non basta mai il tempo
domani è un altro giorno, arriverà

(Vasco Rossi)

 

di Leonarda Rosaria Santeramo

 


No, proprio non riuscivo! Dopo La Croce Diversa, romanzo dalla ricca materia intellettuale che, con leggerezza e precisione, narra gesta di uomini e donne e ricostruisce storie di contrade, città, popoli, imperi, non avrei potuto leggere altro. Anzi, attendevo con trepidazione i successivi cimenti della scrittura di Blasi, interrogandomi dove l’avrei ritrovata, posta al servizio di quale proposito, alle prese con quale contenuto, certamente, puntuale, immediata, incisiva, vitale, come sempre. MY Generation, un agevole mix di brevi racconti, poesie, canzoni, quindi, non l’avevo proprio previsto e soprattutto, pur partecipando alla gioia della sua comparsa, come si fa con tutte le opere che originano dall’ingegno umano, non l’ho considerato al pari di chi lo aveva preceduto. Fino a quando, come spesso accade, l’incedere incalzante dell’esistenza, fatta di occasioni e incontri, me l’ha riproposto al momento opportuno, scelto, ovviamente, in maniera affatto casuale ed è così che ho cercato ed ho trovato…

Ho trovato il tempo. Un vero mistero di cui ciascuno ha esperienza in ogni istante, affidato allo scorrere degli anni, disegnato dalle stagioni e colorato dai giorni, quelli della vita di ognuno e di tutti, fissati in un prima e in un dopo. Quello di MY Generation è il tempo ora consapevole che con benevolenza guarda all’indietro, ben sapendo che quello della nostra vita non coincide certo con quello che mostrano calendari ed orologi. Nel susseguirsi delle sequenze narrative che animano i brevi racconti e nelle immagini che attraversano poesie e musiche, MY Generation, in bilico fra un tempo fatto dagli eventi che scorrono dentro e fuori di noi ed un tempo che è un’illusione ostinata che ci impedisce di capire il mondo, consegna al lettore un tempo nuovo, che è la sostanza stessa di cui è fatta la vita. La temporalità quale essenza stessa della vita umana.


La prof Santeramo durante la presentazione, a palazzo Gattini (Matera), de "La croce diversa"., il precedente libro di Gianfranco Blasi 


Ho trovato lo spazio. Entità o trama di relazioni? L’abaco ambientale di MY Generation predilige i luoghi come reti di rapporti, come contesti di socialità, a favore di uno spazio aperto, senza confini, che influisce sull’identità sociale proprio come i processi sociali e culturali modellano gli spazi di vita. I luoghi di MY Generation hanno un'anima. Sono popolati da idee, assorbono pensieri, rimandano sentimenti, incarnano emozioni. Al lettore è consegnato il non facile compito di indagare e scoprire cosa si nasconde all’interno di ogni spazio, esattamente come se si trattasse di una persona umana, possibilmente con un pensiero libero che rifiuta regole e dogmi. Nella convinzione che un luogo non è mai solo quel luogo, MY Generation fa sua l’idea che in ogni luogo c’è sempre un poi di noi e anche quando un luogo non lo abbiamo mai visto o conosciuto, in qualche modo, senza saperlo ce lo portiamo dentro e un giorno per caso ne diventiamo parte.

Ho trovato la parola. Le parole sono importanti dice Nanni Moretti in una celebre scena di un suo film. Le parole, dunque, hanno un peso nella relazione con sé stessi e nel rapporto con gli altri. Aiutano a crescere, ad evolvere. Le parole pronunciate possono dare energia e fiducia nondimeno possono portare il seme delle future delusioni e sconfitte. Lungi dall’essere un semplice contenitore da riempiere, nella interpretazione prioritaria di contatto, dialogo, corrispondenza, MY Generation ci dice che ogni parola ha una sua indipendenza e una sua vita e che la parola libera da ogni limitazione e da ogni paura. Le parole pronunciate non servono soltanto a descrivere il mondo in cui si vive, ma lo plasmano in tutto e per tutto, contribuendo a cambiare il destino. A volte, tuttavia, le parole non bastano e, come suggerisce MY Generation, allora servono le forme e i suoni.

Ho trovato il ritmo. La stessa corrente di vita che scorre nelle mie vene, notte e giorno scorre per il mondo e danza in ritmica misura scrive Rabindranath Tagore. Tutti i sentimenti della vita, infatti, scaturiscono da questo grande arcano che è il ritmo delle cose. Se si dispiegano troppo lente o troppo veloci, la vita di ognuno ne è fortemente condizionata. Partendo dall’assunto che di tutte le manifestazioni di vita il ritmo è la più essenziale, MY Generation è un inno al ritmo, anima della vita, intorno al quale gira l’universo intero, ogni cosa, ogni parola, ogni azione umana.

Ho trovato l’emozione. Dalla sorpresa alla rabbia, alla paura, alla tristezza, alla felicità, allo smarrimento, alla desolazione. Il campionario emozionale di MY Generation è ricco e poliedrico. L’emozione è l’opzione comunicativa predominante. L’emozione è il linguaggio attraverso cui si comunica senza veli, con sincerità, mettendosi a nudo, senza timore di mostrarsi fragili e indifesi, perché la fragilità è la vera forza dell’uomo. Al linguaggio delle emozioni MY Generation affida il suo messaggio di attaccamento alla vita, fatta di successi e decadenze, e il suo lascito più grande è regalare tutte le emozioni che ogni uomo da sempre desidera.


Una delle cartoline scritte dai lettori per la presentazione di My Generation


La poesia verticale di MY Generation, concentrata in brevi istanti, durante i quali il tempo e l’orizzonte si squarciano e si dilatano, mentre lampi di immagini e stati d’animo si susseguono con velocità prossima a quella della luce, che non consente la benché minima distrazione, si fonde alla sua prosa orizzontale, tipica dello svolgersi di una storia, meno assillante della poesia, potenzialmente suscettibile di consentire anche qualche breve istante di distacco che, tuttavia, non pregiudica, certo, il fluire del discorso, il filo logico della narrazione. Prosa e poesia, in un inedito connubio, corroborato dalla musica, che dà luogo ad una forte fusione, che solo la parola simbolica può cogliere e realizzare in pieno. L’alternanza tra prosa e versi crea un’unità che non distoglie né disturba, anzi, alimenta un profondo senso di espansione ed interiorità.

Nel giocoso avvicendarsi delle generazioni si rincorrono momenti di ieri e momenti di oggi, tenuti insieme dal filo della vita, fatta di desideri, attese, affermazioni, delusioni. Si impone al lettore una visione della vita che ha il suo cardine nella passione, intorno a cui tutto ruota, da cui originano trame di sensi e reticoli di affetti, affidata ad una scrittura moderna, capace di far sorridere e di far pensare, facendosi memoria di tutti e ricostruzione generazionale. Ancora una volta, scrivere per appartenere, per unire, per generare identità, nel segno dell’incontro e della riscoperta.


Mogol, a Maratea, nel settembre scorso, per la presentazione di My Generation. Nella foto con l'assessore alla cultura del comune di Potenza, Stefania D'Ottavio. Nel libro i riferimenti alle canzoni di Mogol Battisti sono una costante, una grande passione dell'autore


Commenti

Post popolari in questo blog

“Come faccio io a non piangere”

Diciamo le cose come stanno: il ddl Zan è fascista