"MY GENERATION, alle scaturigini del desiderio" di Donato A. Loscalzo
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"L'Eros" di Bruno Cattanei da Bruno Cattanei Gallery |
L’opera che ha scritto, premiata e
lodata più di una volta, si intitola My
Generation ed è un susseguirsi di storie brevi che hanno come comune
denominatore l’amore e le canzoni. Un binomio vincente e convincente.
Attraversa tutti i mesi dell’anno, a
iniziare da marzo, quando, per gli antichi, la primavera apriva le danze di
quello nuovo. Un amore per ogni mese, per ogni canzone, per ogni ricordo. Un
amore per ciascuno. Un’epifania dell’eros che squarcia le nebbie
dell’immaginazione o del ricordo.
E l’autore risale fino alle scaturigini
del desiderio, oppure alla sua soluzione, quasi che l’inizio e la fine
coincidano, s’inseguano ciclicamente in una sorta di uroboro. Dalle canzoni –
le cosiddette “canzonette” che hanno segnato la nostra formazione – trae la
tecnica di racconto veloce: fotogrammi che precipitano intensi, atmosfere che
gradualmente si riscaldano, si surriscaldano, seguendo la linea del cuore e
delle sue evoluzioni.
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Il prof Donato Loscalzo, durante una lectio del 2019 a Potenza sull'Infinito di Leopardi. Con Annamaria Molinari |
Sono personaggi che si fanno amare nella
loro cruda miseria o nel solitario riflettersi, che però sanno aprirsi al
desiderio, assecondarlo, sentirne l’imperiosa potenza. Sono immagini plastiche
e icastiche, che a volte strappano un riso effimero, altre volte inducono alla
pace del cuore.
Sono talvolta paesaggi urbani, definiti
nella loro unicità da pochi, ma espressivi, tratti, talvolta paesaggi remoti,
di provincia, dove l’amore trova sempre una crepa attraverso cui insinuarsi. E
le canzoni (soprattutto Battisti che incarna lo stile di un’intera generazione)
ne segnano il ritmo e l’arresto, la precoce accelerazione o il ritrarsi di
fronte alla paura. Non si smetterebbe mai di leggere quest’alternanza di prosa
e poesia che ricorda la Vita Nova: ciascuna pagina è un frammento di noi, della
nostra vita e delle nostre attese. Quando ci si congeda da questi racconti,
rimane la sensazione di aver trovato un referente per le nostre questioni più
intime o per la nostalgia dell’amore, che, nel tempo, diventa sempre più
grande. Vorremmo sapere che Gianfranco c’è e che potremmo chiamarlo quando
siamo sopraffatti dai sentimenti e dalle solitudini. Ma basta rileggersi queste
pagine per aprirci al mondo e alla libertà che solo l’amore e i suoi dolori ci
sanno donare.
Donato Antonio Loscalzo
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