Novella Capoluongo Pinto: “My Generation è una cronologia sistemica di sentimenti sciorinati da Gianfranco Blasi con la sapienza di un alchimista che rompe gli schemi e supera il pudore, rendendo nudi e veri i suoi protagonisti.”
e, in tutte le sue opere, ho riscontrato un
sapiente utilizzo della lingua che scaturisce
da una cultura di ampissimo respiro e che si
concretizza in un ottimo uso di tutte le
figure di forma e di significato e nella
trattazione di temi che implicano conoscenze
adeguate nei diversi campi e approfondimenti
storico-filosofici dove necessario.
Ho avuto modo di apprezzare le sue grandi
qualità sia attraverso la lettura che con la
conversazione, ma è solo dopo aver terminato
la seconda lettura di “My
generation”(con la prima mi faccio un’idea
generale dell’insieme, con la seconda,
più lenta e attenta, gusto l’opera nei suoi
minimi particolari) che, finalmente, posso
dire di conoscere un po’ di più l’UOMO.
Quella con Gianfranco è un’amicizia nata negli
ultimi anni e, sebbene fin dal primo
momento abbia sancito una grande condivisione
di intenti culturali, non si fonda su
una crescita avvenuta parallelamente perché le
nostre esperienze adolescenziali e
giovanili si sono svolte a più di una decade di
distanza.
Ciò che di Gianfranco mi mancava erano proprio
le prime due fasi della sua vita,
che adesso, attraverso i racconti di questa
raccolta, mi sono note.
Il pre-adolescente tormentato dai brufoli mi
ha fatto rivivere le prime amarezze
sentimentali di mio figlio che ha combattuto l’acne e le ansie adolescenziali per diversi anni. Periodi
dei quali nessuno potrà risarcire i guasti inferti alla
sua sensibilità.
Il racconto relativo al mese di agosto mi vede
come personaggio protagonista, che ha trovato il
suo autore sulla scena di Rivello (paese
amato) e questo ha solleticato non poco la mia vanità
anche se in altri racconti ho riconosciuto la
presenza di altri comuni amici.
Ma ciò che più di tutto m’intriga, oltre a
un’identicità di gusti musicali, è il suo
pensiero fenomenologico ed esistenziale, che
nei racconti appare sistemico.
Ogni singolo elemento, infatti, è
strutturalmente legato agli altri elementi del
sistema e, in questa relazione dinamica,
prende forma e significato ogni ricordo e la
sua costruzione narrativa.
Gianfranco si mette in gioco, lavora sul suo
registro simbolico e, nella gioia del
raccontarsi, aggira le barriere dei suoi
razionali pudori e lascia parlare il suo Io
conscio e inconscio per offrirsi nella sua
intera e pura nudità al lettore.
È un flusso di energia positiva quello che
percepisco leggendo e che liberamente
fluisce in modo dirompente attraverso gli alti
e bassi del malessere esistenziale delle
diverse situazioni vissute e di qualche
esistenza mancante, ripercorsa nella memoria
come momento di crescita.
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Rivello, uno dei borghi più belli non solo della Basilicata |
dell’avere un corpo.
Perciò è il suo “essere corpo” a dargli la sua
personale prospettiva sul mondo, a
veicolare tutte le esperienze e fondare il
senso della sessualità come relazionalità.
Essa, di conseguenza, poggia sul rispetto di
tutte le differenze che scaturiscono dalla
“differenza originaria”, quella tra uomo e
donna che, in una prospettiva allargata, si
dilata fino alla complementarietà che è alla
base di ogni vero equilibrio.
Anche questa sua interpretazione dei testi di
Mogol, esasperata sotto il profilo
sessuale (io non ci avevo mai fatto caso),
conferma il senso della “corporeità” senza
il quale egli sembra voler dire che l’uomo non
può avere né percezioni, né affetti, né
relazioni con gli altri e, forse, neppure
pensieri perché la mente risulterebbe sterile
se non traesse alimento, anche simbolico,
attraverso il corpo.
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La copertina di "Dieci Ragazze" di Mogol Battisti |
Oggi tutti noi abbiamo la fortuna di vivere in
un’epoca rinnovata nello spirito e che si
sta progressivamente liberando dalle falsità e
dalle ipocrisie del passato e in cui si
può parlare liberamente dei propri viaggi nei
mondi invisibili agli altri.
Questa nuova avventura narrativa di Gianfranco
Blasi fa aumentare in modo
esponenziale le possibilità di esplorare le
diverse dimensioni e esperienze umane
con una sincera definizione della verità e di
tornare da esse personalmente arricchiti
e carichi di tesori da condividere.
Questo mio scritto non ha la pretesa di essere
una recensione, ma rappresenta tutto
ciò che la lettura ha suscitato in me e che ho
sentito di dover affidare a una
registrazione immediata e scaturita
dall’emozione provata.
Non pretende neanche di assurgere al ruolo di
conoscenza certa e indiscutibile dei
più intimi recessi dell’anima del mio amico,
ma spera solo di essersi avvicinato e di
avermi avvicinata un po’ di più alla sua
“verità”.
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Mogol a Maratea. Era lo scorso settembre, alla presentazione di MY GENERATION di Gianfranco Blasi. A premiarlo l'Assessore alla Cultura del Comune di Potenza, Stefania D'Ottavio |
Gianfranco Brasile amico mio i tuoi scritti sono amore vero in tutte le sue sfumature...grazie.
RispondiEliminaGianfranco Brasile amico mio i tuoi scritti sono amore vero in tutte le sue sfumature...grazie.
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