Acqua e futuro. Il tema del consumo intelligente
La Basilicata e la risorsa idrica si identificano,
un bene pubblico ed un valore economico che non va disperso
Ogni
anno, il 22 marzo, le Nazioni Unite lanciano un appello per celebrare la
giornata dedicata alla tutela della risorsa idrica. L’obiettivo della Giornata
mondiale dell’acqua (#WorldWaterDay) è quello di celebrare l’acqua e richiamare
l’attenzione sulla crisi idrica globale, sensibilizzando la popolazione in
vista del raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG): acqua e
servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030, un traguardo indispensabile
per appianare le disuguaglianze socio-economiche e garantire la dignità di
tutti gli esseri umani.
In Basilicata, da anni, viviamo una contraddizione
formidabile su questo tema e nella gestione di un bene pubblico fondamentale
come l’acqua. Pur essendo un territorio ricco di questa risorsa, nel mentre ne
parliamo bene la accumuliamo male, non la conserviamo con la giusta
determinazione, la disperdiamo e ne abbassiamo il livello qualitativo.
Celebrare l’acqua significa rispettarla, amarla come
fonte primaria di vita, elemento essenziale nell’equilibrio della natura e
dell’ecosistema.
L’acqua non va sfruttata, dispersa, utilizzata come
strumento di potere o di negoziazione. L’acqua è di tutti, non può essere
gestita con criteri privatistici o di mercato. Il suo ciclo economico e
produttivo deve favorire lo sviluppo complessivo delle comunità territoriali di
riferimento.
L’acqua è molte cose: chiama in causa la nostra idea di
sostenibilità; ci costringe a pensare in forma complessa la parola economia,
allargandola alle contingenti dimensioni dell’ecologia, oltre le questioni
finanziarie, contabili e politiche. Parlare di acqua significa mettere a fuoco una condizione del “fare”:
sensibilizzare a un intervento corretto sulle risorse idriche che ne garantisca
la qualità e, insieme, riconoscere nell’uso dell’acqua un fattore che
interviene sugli effetti dei cambiamenti climatici; rimuovere paure e, allo
stesso tempo, non sottovalutare le emergenze o le necessità.
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L'invaso di Senise, in provincia di Potenza |
Non si tratta solo di garantire una qualità dell’acqua, o di
preoccuparsi della distribuzione, ma anche di comprendere come l’acqua possa
essere posta in relazione agli obiettivi di una transizione ecologica, non solo
evocata, nel doppio versante: quello
della mitigazione, ovvero degli interventi mirati ad affrontare le cause dei
cambiamenti climatici e quello dell’ adattamento degli interventi in funzione
dei mutamenti ambientali e produttivi.
L’acqua va ripensata anche come fonte di sviluppo di energia
sostenibile. In merito a questo è necessario affrancarsi dal dibattito sulla sua
presunta scarsità. Il problema dell’acqua non è conseguente al consumo, un dato che in realtà
non è per forza critico. Anche perché “le risorse idriche non sono costituite
da uno stock finito, come avviene per i combustibili fossili. L’acqua è un
flusso che costantemente si rinnova con il ciclo dell’evaporazione e delle
precipitazioni”. Il vero tema della
scarsità è nella capacità di accumulo e conservazione e nella sua distribuzione oltre che nell’accesso
all’acqua a costi ragionevoli. Un tema che non implica, appunto, la scarsità
dell’acqua, ma la possibilità di accesso, anche perché l’acqua non è presente
in modo omogeneo sul pianeta: di fronte ad aree che ne sono ricchissime e nelle
quali dell’acqua si fa uso, abuso e spreco, ne esistono molte altre che ne
dispongono in quantità scarsissime, o comunque insufficienti. Ne consegue che
il problema dell’acqua, in una visione planetaria o sovra regionale, diventa
quello della sua corretta gestione, del consumo intelligente, appunto. Un
“Consumo intelligente” che coinvolge le imprese che lavorano in prima persona
nella “gestione dell’acqua” sia come comportamento industriale, sia nella
regolamentazione dell’utilizzo dell’acqua da parte dei consumatori. Se il ruolo
delle imprese nella gestione della risorsa acqua è tema centrale e se al centro
delle preoccupazioni volte alla sostenibilità sta la questione di come la tecnologia
possa aiutare il corretto utilizzo, l’efficienza e il riciclo di questa risorsa
fondamentale, anche l’attenzione alla diffusione di best practices per favorire
il ruolo attivo e la sensibilità che oggi i consumatori sono in grado di dimostrare
non è meno rilevante.
Le dighe, i grandi invasi lucani sono in urgente
attesa di una stagione di radicale manutenzione, così come la rete di
distribuzione dell’acqua va potenziata e migliorata. Non è concepibile che
grandi quantità di risorsa vengano disperse. Che lo stesso territorio regionale
viva sacche di desertificazione e spazi di estrema ricchezza. Il completamento
dell’asse Basento – Bradano più che un
dovere politico è oggi una necessità socio economica non rinviabile. Lo
spopolamento, come fenomeno economico irreversibile, trova anche nell’acqua un
vettore di mitigazione, una risposta concreta e di sistema.
La Regione Basilicata deve investire
prioritariamente su questa risorsa che è motore essenziale della transizione
ecologica ed energetica. Utilizzare quote importanti di investimento pubblico,
di progettazione e messa in campo di corredi finanziari adeguati. Il ritardo
che si è accumulato negli ultimi vent’anni è imperdonabile.
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