Milano a ferro e fuoco, Italia bloccata:  l’altra faccia della protesta pro-Pal

Dai centri sociali agli integralisti: l’alleanza che colpisce lavoratori e imprese


Strategia della tensione. Il conflitto sociale creato di proposito?


Sono decine le sigle dell’estrema sinistra e dei sindacati di base (USB, CUB, SI COBAS) che hanno aderito allo sciopero generale proclamato in solidarietà con Gaza e a sostegno della cosiddetta Global Sumud Flotilla. Le manifestazioni, lanciate sotto lo slogan “Blocchiamo tutto”, hanno interessato almeno 75 città italiane con migliaia di partecipanti.

Dietro la facciata di una protesta politica si è però scatenata una spirale di violenza: trasporti e scuole in tilt, porti paralizzati, e soprattutto atti di vandalismo e squadrismo che hanno colpito cittadini, forze dell’ordine e istituzioni. A Ferrara, il sindaco Alan Fabbri è stato minacciato da un gruppo di facinorosi, segno di un clima intimidatorio sempre più pericoloso.


A Milano in Stazione

Milano, epicentro degli scontri

La situazione più grave si è registrata a Milano. Il corteo, partito da piazzale Cadorna con 10-15 mila persone, è degenerato nei pressi della Stazione Centrale: un gruppo di manifestanti ha cercato di forzare gli ingressi, lanciando fumogeni e oggetti contundenti. La polizia ha dovuto intervenire con decisione per difendere la sicurezza dei cittadini, affrontando duri tafferugli nella Galleria delle Carrozze e in piazza Duca d’Aosta.
Vetrine di negozi e banche danneggiate, porte sfondate, barricate improvvisate: il cuore produttivo e commerciale della città è stato colpito. Perfino le cancellate in stile decò della stazione, patrimonio storico, sono state devastate. La questura ha già identificato sette responsabili, ma i danni restano ingenti.


Gli scontri a Bari


Estremismo ideologico e degrado sociale
Dietro queste azioni non c’è soltanto la protesta politica. A infiltrarsi sono stati gruppi permeati da propaganda integralista islamica e da frange dell’estrema sinistra extraparlamentare, come il Nuovo Partito Comunista Italiano (NPCI) e i CARC, da tempo in contatto con organizzazioni palestinesi e circuiti di fuoriusciti italiani protetti all’estero.
Questa saldatura pericolosa, che unisce ideologia estremista, prepotenza di frange violente legate all’immigrazione, centri sociali e delinquenti comuni (spacciatori, teppisti, malviventi), crea una miscela che minaccia non solo l’ordine pubblico, ma anche il lavoro e la vita quotidiana degli italiani onesti.

Disagi in tutta Italia
Non solo Milano. A Bologna i manifestanti hanno bloccato per ore la tangenziale e l’autostrada A14, paralizzando il traffico e causando pesanti danni economici.
A Trieste alta tensione al porto: lancio di pietre contro le forze dell’ordine, costrette a rispondere con scudi e idranti; diversi agenti sono rimasti feriti, fortunatamente in modo lieve. A Marghera, nel veneziano, 10mila manifestanti hanno cercato di bloccare i varchi portuali: anche qui scontri con la polizia.
A Torino gli attivisti di “Torino per Gaza” hanno occupato i binari tra Porta Nuova e Lingotto, interrompendo il traffico ferroviario e penalizzando migliaia di pendolari e lavoratori. A Napoli, invece, tra vandalismi e atti di odio politico, sono state bruciate le foto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del premier israeliano Benjamin Netanyahu. A Roma, infine, un gruppo ha invaso la Tangenziale Est causando blocchi e tensione anche alla Stazione Termini.


La protesta a Pesaro


Il prezzo lo paga l’Italia che lavora
Queste giornate dimostrano ancora una volta come proteste ideologiche, lontane dalle reali difficoltà di famiglie e imprese, finiscano per danneggiare proprio l’Italia che produce e le forze dell’ordine che ogni giorno difendono la sicurezza collettiva. Bloccare porti, autostrade, treni significa colpire lavoratori, aziende, trasporti essenziali e cittadini comuni.
Mentre una minoranza organizzata cerca di imporre con la violenza le proprie idee, a rimetterci è la maggioranza silenziosa: l’Italia che lavora, studia e costruisce il futuro.


La devastazione in Stazione a Milano


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