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  Il presepe e la centralità di Cristo L'opera del Ghirlandaio: L'adorazione dei pastori Contro le riduzioni ideologiche del Natale di Gianfranco Blasi Nel richiamare con forza la tradizione del presepe, Papa Leone XIV riporta la riflessione cristiana al suo nucleo essenziale: la centralità di Gesù Cristo , il Figlio di Dio fatto uomo, l’Emmanuele, «Dio con noi». Non si tratta di un richiamo nostalgico o folkloristico, ma di un atto teologico e pastorale di grande rilevanza, soprattutto in un tempo in cui il Natale rischia di essere svuotato del suo significato originario e piegato a letture estranee al suo contenuto di fede. Il presepe, nella sua semplicità, è una vera professio fidei : esso racconta l’Incarnazione, l’irruzione del divino nella storia, la scelta di Dio di farsi fragile, povero, esposto. Come ricorda san Leone Magno, «Colui che è vero Dio nasce come vero uomo, senza perdere nulla della sua divinità e assumendo interamente la nostra umanità» ( Sermone 21, ...
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  Perché voto SÌ Le ragioni di un voto favorevole al Referendum sulla giustizia, per restituire equilibrio agli ordini costituzionali di Gianfranco Blasi Voto SÌ perché la democrazia non è un equilibrio immobile, ma un sistema vivo, che va corretto quando si inclina, riequilibrato quando un potere deborda e ne sovrasta altri. Voto SÌ perché oggi esiste un problema che non possiamo più fingere di non vedere: un assetto di potere che si è irrigidito, autoreferenziale, impermeabile al controllo democratico. Da troppo tempo una parte della magistratura organizzata – l’Associazione Nazionale Magistrati in primis – agisce come una matrioska del potere: apri un livello e ne trovi subito un altro, più interno, più opaco, più influente. Un sistema di correnti che non si limita a rappresentare interessi, ma finisce per orientare nomine, carriere, sanzioni disciplinari, e, di fatto, per esercitare una funzione abnorme. Una funzione che non di rado finisce per sovrastare il Parlamento e l’es...
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  L’ammìria: quando il teatro diventa coscienza potentina La compagnia La Pretoria al completo a ricevere una vera e propria standing ovation  Tra risate, giudizi e parole antiche, la commedia di Teresa Tancredi restituisce al teatro potentino la sua funzione più alta: raccontare l’anima di una comunità, come faceva Eduardo, senza mai perdere leggerezza. di Gianfranco Blasi C’è nell’ Ammìria qualcosa di estremamente potentino. È questo il titolo, ed è anche la sintesi perfetta dell’ultima commedia in vernacolo di Teresa Tancredi e della sua straordinaria compagnia, che ha come logo la maschera di Sarachella, come nome “La Pretoria” e come capo comico un’impareggiabile Maria Villano. Un’attrice capace di trascinare il pubblico nel vortice dei suoi personaggi, lasciandolo oscillare fra risate e applausi, restando in scena tanto come commara quanto come giudice: una sorta di inviata speciale del pubblico nel cuore della commedia. Spettacolare. L’ ammìria , partiamo dall...
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  Quando la storia diventa bottega: perché Nichi Vendola sbaglia a chiamare “queer” gli attori del cristianesimo Nichi Vendola   Perché questa smania creativa di trasformare la storia della fede cristiana in una piccola bottega del mainstreaming culturale? di Gianfranco Blasi C’è una tendenza curiosa – e intellettualmente pigra – che attraversa una certa sinistra contemporanea: la rincorsa a reinterpretare qualunque tradizione, anche la più radicata, alla luce del vocabolario identitario del momento. Così può accadere che Nichi Vendola, con una di quelle uscite che suonano colte e invece rivelano una sorprendente superficialità, arrivi a definire “queer” gli attori principali del cristianesimo. Ricordiamo che queer è un temine inglese che sta ad indicare chi, in ambito sessuale, culturale o sociale, segue orientamenti o comportamenti che non rientrano nelle definizioni di normalità codificate dalla cultura prevalente.   E qui qualcosa non torna. Anzi, si rompe. ...
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  Quando il bosco insegna più dello Stato La famiglia, unita, prima della sottrazione dei bimbi, con una decisione del tribunale dell'Aquila Dalle parole di Camillo Langone a San Bernardo, una riflessione sul potere che strappa e sulla natura che accoglie: tre bambini, una montagna, e la paura del Leviatano moderno di Gianfranco Blasi Eccolo, il mio amico, critico d’arte e intellettuale di spessore, Camillo Langone, scrivere su IL FOGLIO: “San Bernardo di Chiaravalle, non ti hanno mica letto le assistenti sociali abruzzesi, né i giudici dei tribunali aquilani. E dire che non occorreva scandagliare tutto il tuo epistolario, né avventurarsi nel labirinto dei tuoi sermoni: sarebbe bastato quel frammento – semplice, nitido, potente – che da nove secoli attraversa come una folgorazione la coscienza d’Europa: “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.” La preghiera più famosa attribuita a San Bernardo è...
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  L’essenziale che ancora ci salva Catherine Louise Birmingham , la mamma dei tre bambini nel bosco, gestisce un canale YouTube e un sito. Lì promuove il suo libro e le sue attività In un mondo fatto di regole e conformismo cinico la storia dei bambini nel bosco è lì a ricordarci chi siamo: quelli che, come nelle fiabe, illuminano il cammino anche quando la strada sembra svanire. di Gianfranco Blasi C’è qualcosa di profondamente stonato nella vicenda che ha colpito la famiglia che vive nei boschi sopra Vasto. Non parliamo di una situazione di abbandono, violenza o incuria. Non parliamo di bambini malnutriti o trascurati. Parliamo di una famiglia unita, culturalmente ricca, attenta all’educazione e alla serenità dei figli. Una famiglia che ha scelto uno stile di vita diverso, certo: più essenziale, più naturale, più lontano dal consumo e dalla frenesia urbana. Ma pienamente legittimo e, fino a prova contraria, perfettamente compatibile con la libertà educativa e con la legge i...