Post

Visualizzazione dei post da settembre, 2025
Immagine
  Occidente, la crisi di un’identità Tra divisioni interne e modelli autoritari in ascesa, l’Occidente appare smarrito, fragile, incerto sui propri valori   di Gianfranco Blasi   A più di trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, l’Occidente non gode di buona salute.   Torno ancora su questo argomento che resterà centrale nei prossimi anni. Si tratta di un dibattito vero a cui sarà bene non sfuggire. In buona salute l'Occidente non lo è più sul piano geopolitico, non lo è più sul piano culturale, e non lo è più, soprattutto, nella percezione di sé. Allora sembrava aprirsi davanti una prateria: la vittoria della democrazia liberale, la “fine della storia”, la promessa di un ordine mondiale guidato da valori universali. Oggi, invece, l’Occidente appare fragile, incerto, diviso. Non amato fuori dai propri confini, ma neppure amato da se stesso. Certo, il nostro mondo, che vive di democrazia compiuta, conosciuto come la culla dei diritti, delle libertà e...
Immagine
  Le incognite nel centrodestra e l’ombra futura del Quirinale Numeri alti ma fermi, giochi aperti: la sfida di Meloni tra governo e Colle Acquaroli è stato riconfermato presidente delle Marche. La foto è ripresa da un post su X della Meloni che manifesta la sua totale soddisfazione di Gianfranco Blasi Come dimostra anche il voto nelle Marche, che era considerata l’unica Regione, ad appannaggio del centro destra, contendibile da parte delle sinistre e del così detto campo largo, la maggioranza appare solida al governo, ma non tanto salda da essere definitiva nei numeri. La somma dei voti di Fratelli d’Italia (30%), Lega (9), Forza Italia (8) e Noi Moderati (1) non supera il 50%. Da tempo le rilevazioni mostrano un andamento costante: i consensi non aumentano, ma si distribuiscono diversamente tra i partiti. È il segno di un elettorato fedele, ma non espansivo. Interessante la distribuzione dei voti in Val d'Aosta, dove vincono gli autonomisti, ma dove i tre partiti di centro ...
Immagine
  Milano a ferro e fuoco, Italia bloccata:   l’altra faccia della protesta pro-Pal Dai centri sociali agli integralisti: l’alleanza che colpisce lavoratori e imprese Strategia della tensione. Il conflitto sociale creato di proposito? Sono decine le sigle dell’estrema sinistra e dei sindacati di base (USB, CUB, SI COBAS) che hanno aderito allo sciopero generale proclamato in solidarietà con Gaza e a sostegno della cosiddetta Global Sumud Flotilla . Le manifestazioni, lanciate sotto lo slogan “Blocchiamo tutto”, hanno interessato almeno 75 città italiane con migliaia di partecipanti. Dietro la facciata di una protesta politica si è però scatenata una spirale di violenza: trasporti e scuole in tilt, porti paralizzati, e soprattutto atti di vandalismo e squadrismo che hanno colpito cittadini, forze dell’ordine e istituzioni. A Ferrara, il sindaco Alan Fabbri è stato minacciato da un gruppo di facinorosi, segno di un clima intimidatorio sempre più pericoloso. A Milano in Stazi...
Immagine
  La barbara uccisione di Roberto Ruffilli e il riformismo tradito Oggi, a distanza di quasi quarant’anni, quella lezione rimane inevasa. Il Paese continua a oscillare tra antagonismo di sinistra, ondate populiste e nostalgie ideologiche, incapace di imboccare con decisione la via di un riformismo autentico, pragmatico, ma ambizioso. Ruffilli resta allora il simbolo di ciò che l’Italia non è riuscita a diventare: una democrazia adulta, dove il cittadino sceglie e la politica risponde.   Roberto Ruffilli con Ciriaco De Mita In Italia il riformismo è sempre stato una strada stretta, un sentiero fragile che non ha mai davvero trovato spazio. O stritolato dalla radicalità antagonista, o risucchiato dal trasformismo, raramente è riuscito a diventare cultura politica maggioritaria.   Voglio tornare su questo tema nelle ore tormentate e così divisive che stiamo vivendo per non dimenticare gli errori del passato. E lo faccio dando vigore alla  memoria della vicenda di ...
Immagine
  Il Palazzetto Coni a Montereale, un luogo di comunità La palestra, quella palestra, non era soltanto muri e parquet: era spazio di amicizie che duravano una vita, di timidezze, di primi baci. Era il luogo di amori e di tradimenti, di coppie poi diventate famiglie. Era soprattutto il teatro di battaglie sportive senza esclusione di colpi. Il Palazzetto Coni "Silvio Nocera" di Montereale, chiuso da alcuni decenni Ripensando al caro amico e collega d’ufficio, il compianto Dino Viggiano, mi è tornato alla mente un articolo che scrissi anni fa, dedicato alla Palestra di Montereale a Potenza. Oggi l’impianto è ancora abbandonato. C’è un progetto, eredità della vecchia amministrazione, per ridargli vita; ma una querelle giudiziaria ne ha rallentato l’affidamento. Non entro in queste vicende. Preferisco restare al ricordo e al desiderio di rivedere quell’impianto restituire alla città la sua funzione. Anche per onorare la memoria di mio padre, che di quel luogo fu protagonista. Di ...
Immagine
  Spopolamento in Basilicata: tra desertificazione demografica e nuove vulnerabilità Come rallentare l’esodo dalle aree interne senza illusioni e senza caccia alle streghe Spopolamento. Basilicata: bella senz'anima Parlare di spopolamento in Basilicata significa affrontare un fenomeno antico e persistente, che ha scavato lentamente valli e borghi, lasciando tracce profonde nell’identità stessa del territorio. È un tema che affronto spesso: negli incontri ufficiali, ma anche nelle chiacchiere tra amici o nelle risposte a domande puntuali, cercando di offrire chiavi di lettura concrete, senza pretese di esaustività. Negli ultimi settant’anni la Basilicata ha visto diminuire di quasi un quinto la sua popolazione: dai circa 630.000 residenti degli anni ’50 agli attuali poco più di 530.000. Le proiezioni ISTAT indicano che entro il 2050 si potrebbe scendere sotto le 430.000 unità, con un’età media superiore ai 50 anni e un rapporto anziani/giovani tra i più squilibrati d’Europa. La ...